Con l’entrata del sistema contributivo, dall’1 gennaio 2016, i futuri pensionati agricoli si ritroveranno con assegni “da fame” che toccheranno appena i 294 euro mensili. A lanciare l’allarme è stata la Confederazione Italiana Agricoltori nel IV Report Sociale del patronato Inac-Cia.
Una situazione di vera e propria emergenza, denuncia l’organizzazione proseffionale; secondo Antonio Barile, presidente di Inac, <<le riforme pensionistiche succedutesi negli ultimi venti anni hanno peggiorato sensibilmente la previdenza dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali. I soggetti di prima e seconda fascia contributiva, vale a dire 3 agricoltori su 4, non potranno più ottenere l’integrazione al minimo e ciò significherà in futuro vivere con meno di 10 euro al giorno, cosa che non accadeva dal 1957 quando fu istituita la pensione dei coltivatori diretti.>>